sabato 2 marzo 2024

GIOVANI E ALZHEIMER

 

L'Alzheimer arriva anche da giovani?

Studio cinese pubblicato sul The New England Journal ha coinvolto migliaia di persone. L'indagine durata 20 anni ha accertato quando e in quale sequenza compaiono i segnali predittivi dell’Alzheimer.

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Vent'anni prima (della vecchiaia) si affaccia sulla nostra vita, ma l'Alzheimer può arrivare anche quando si è molto giovani. Lo studio cinese pubblicato su The New England Journal of Medicine è stato svolto in collaborazione con diversi istituti, fra cui il Centro per la malattia di Alzheimer - Istituto di Pechino per i disturbi cerebrali;

 

l'Ospedale Anding e il Dipartimento di Psichiatria dell'Ospedale popolare provinciale di Zhejiang. E ha accertato che la variazione nella concentrazione di determinate proteine (placche di beta amiloide e grovigli di proteina tau) e le alterazioni nel tessuto cerebrale compaiono in sequenza e a tappe definite, fino a sfociare nella condizione patologica. Va ricordato che l'accumulo di beta amiloide, pur essendo considerato tra i principali segni associati all'Alzheimer, non è presente in tutte le persone colpite.


Il manifestarsi in netto anticipo delle firme biologiche della demenza era cosa conosciuta per le forme ereditarie della patologia, che può sorprendere anche in età molto precoce (va ricordato il caso di un ragazzo malato di Alzheimer già a 19 anni) ma, grazie alla nuova ricerca, la progressione temporale dei biomarcatori dell'Alzheimer è stata osservata anche nella sua forma sporadica, che poi è quella maggiormente diffusa.


Lo studio cinese

Venendo allo studio cinese, i ricercatori coordinati dal professor Jianping Jia, hanno condotto un'indagine caso-controllo multicentrico con migliaia di partecipanti, tutti coinvolti nello studio China Cognition and Aging Study (COAST) eseguito fra gennaio 2000 e dicembre 2020. In che cosa consiste?

In quei 20 anni una parte dei volontari è stata sottoposta a una serie di esami regolari (ogni due o tre anni), fra i quali test del liquido cerebrospinale (CSF), scansioni cerebrali e valutazione della funzione cognitiva attraverso test standardizzati alla stregua del Clinical Dementia Rating-Sum of Boxes (CDR-SB).

I partecipanti erano uomini e donne sia di mezza età che anziani (età media 61 anni, di cui il 50,6% maschi) che al basale avevano tutti uno stato cognitivo normale. I ricercatori hanno messo a confronto e abbinato i casi di 648 individui che hanno mantenuto una cognizione sana (gruppo di controllo) con 648 persone che, durante il periodo di follow-up durato esattamente 19,9 anni, si sono ammalati di Alzheimer.

 

Gli otto segnali che annunciano la malattia nel tempo

Questa procedura ha consentito di analizzare e abbinare i risultati degli esami condotti a intervalli regolari, e ha reso possibile determinare in quale momento e in che modo si sono manifestati i biomarcatori della neurodegenerazione, fino alla comparsa del declino cognitivo e alla diagnosi di demenza.

 

 Ecco i segnali che ci dicono che l'Alzheimer sta attaccando il nostro cervello:

1 - Il segnale più precoce a emergere è stato un aumento nella concentrazione della proteina beta-amiloide 42 nel liquido cerebrospinale (o cefalorachidiano), già rilevabile 18 anni prima della diagnosi di Alzheimer.

2 - A 14 anni dalla diagnosi è stata rilevata una differenza nel rapporto tra beta-amiloide 42 e beta-amiloide 40, in pratica due forme di proteine "appiccicose", il cui accumulo nel sistema nervoso è associato alla neurodegenerazione.

3 - A 11 anni il team di ricerca ha osservato un incremento della proteina tau 181 fosforilata nel gruppo Alzheimer.

4 - A 10 anni è stato l'incremento della tau nel suo complesso ad emergere come anomalia.

5 - A 9 anni sono stati rilevati i primi segnali del danno neuronale, provocato dalla presenza della catena leggera del neurofilamento (NfL) nel liquido cerebrospinale, che riguarda in particolar modo gli assoni.

6 - A 8 anni le risonanze magnetiche hanno evidenziato nel gruppo Alzheimer l'atrofia dell'ippocampo, una parte del cervello coinvolta nella cognizione.

7 - A 6 anni dalla diagnosi è risultato evidente il declino cognitivo attraverso i test standardizzati per valutare la demenza.

8 - Oltre a questa progressione, il professor Jia e colleghi hanno rilevato che nel gruppo Alzheimer c'era una maggiore probabilità (37,2% contro 20,4% del gruppo di controllo) di essere portatori di una variante genetica chiamata APOE4. Il dato conferma l'associazione, già venuta alla luce in passato, tra questa variante del gene coinvolto nel metabolismo e nel trasporto dei lipidi nel cervello e la forma di demenza più diffusa al mondo.

 

I rimedi naturali che aiutano a combattere l'Alzheimer

Se è vero, come è vero, che una dieta specifica per il paziente sofferente di Alzheimer è la prima, imprescindibile, soluzione da prendere in esame (e per questo vi invito a rivolgervi a nutrizionisti con esperienza), tra le misure non farmacologiche più importanti contro l'Alzheimer si annoverano specifici nutraceutici, integratori alimentari e fitoterapici.

Esaminiamo proprietà e modalità d'uso di questi rimedi naturali nel morbo di Alzheimer.
1. Vitamine B

Le vitamine del gruppo B hanno documentati effetti protettivi verso la malattia di Alzheimer. In particolare, le vitamine B6, B9 e B12, che partecipano in modo diretto alla funzionalità cerebrale anche in condizioni fisiologiche, giocano un ruolo strategico nel ridurre i livelli sanguigni di omocisteina. Questo amminoacido, se presente in concentrazioni superiori alla norma, si associa a un alto rischio di sviluppare l'Alzheimer e altre forme di demenza senile e presenile, oltre a esporre a patologie cardiovascolari.

In chiave preventiva, dal momento che i valori di omocisteina tendono ad aumentare con l'età, almeno a partire dai 60 anni è bene ricorrere a un integratore multivitaminico di elevata qualità e che contenga tutti e tre questi micronutrienti, insieme a vitamine e altre molecole antiossidanti come la vitamina C (che se è a livelli inadeguati è pure responsabile di scarsa vitalità mentale), la vitamina E, il betacarotene, in buon dosaggio.

Cosa si può fare per difendersi dall'Alzheimer?
Qualora cali di memoria e altri segni di declino cognitivo avessero già fatto il loro esordio, le vitamine B6, B9 e B12 contribuiscono anche a rallentare la progressione dell'Alzheimer e dell'atrofia delle aree cerebrali interessate dalla malattia, se assunte a una posologia confrontabile, e ove necessario superiore..

 2. Omega 3.
Alcune ricerche attestano che i benefici degli omega 3 si estendono anche a quanti già convivono con questa malattia. In uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco e placebo-controllato (i massimi standard dell'affidabilità scientifica, quindi) del 2010, l'assunzione di 900 milligrammi di un omega 3 quale il DHA (acido docosaesaenoico) ha mostrato di migliorare la memoria e altri processi cerebrali in un gruppo di oltre 400 persone con lieve declino cognitivo.

Da un lavoro pubblicato sul Journal of Alzheimer's Disease nel 2013 risulta inoltre che l'impiego di integratori di omega 3 può ridurre l'infiammazione dei tessuti cerebrali e la concentrazione di proteina beta-amiloide (A-beta), che si ammassa in placche nel cervello delle persone affette da questa forma di demenza.
Una recente systematic review sull'utilizzo di omega 3 nella malattia di Alzheimer conferma l'utilità della supplementazione di questi acidi grassi negli stadi iniziali della malattia, quando la compromissione della funzione cerebrale è ancora moderata.
Il dosaggio di omega 3 in presenza di decadimento cognitivo o di Alzheimer conclamato è di almeno 1 grammo al giorno, sotto forma di EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico).

Gli omega 3 sono rimedi naturali sicuri, che a questa posologia non causano effetti collaterali degni di nota. Una certa cautela, specie in caso di alti dosaggi e uso prolungato, va osservata se si è in terapia con anticoagulanti, antiaggreganti piastrinici o ipoglicemizzanti, farmaci con cui gli omega 3 potrebbero interagire.


E' stato scientificamente evidenziato che adeguati livelli plasmatici di omega 3 potenziano l'attività di neuroprotezione delle vitamine B. Nel trattamento naturale dell'Alzheimer questi due rimedi si esprimono quindi al meglio se assunti in sinergia.
3. Omotaurina

L'omotaurina è un amminoacido, chimicamente simile alla taurina, dagli effetti neuroprotettivi, studiati anche nei malati di Parkinson.
Ricerche su modello animale hanno evidenziato che la somministrazione di omotaurina è in grado di interferire con la formazione delle placche amiloidi che caratterizzano la malattia di Alzheimer, arginando il deficit cognitivo e mnemonico.
Per quel che riguarda gli studi clinici, condotti su malati di Alzheimer, i risultati sembrano meno netti: alcune ricerche non hanno riscontrato significativi miglioramenti nei pazienti sofferenti di Alzheimer che hanno assunto questo integratore, mentre altre invece mostrano che l'omotaurina può rallentare la formazione delle placche senili e l'atrofia dell'ippocampo, nonché mitigare l'infiammazione cerebrale.

Una review scientifica del 2019 ha riportato tre studi post marketing (quelle indagini che vengono svolte dopo che un farmaco o un integratore è stato messo in commercio) in cui i risultati dell'assunzione di omotaurina in pazienti con compromissione cognitiva lieve sono stati molto positivi.
Auspicando, quindi, ulteriori trial clinici per valutare pienamente l'efficacia dell'omotaurina come rimedio per l'Alzheimer, non si può non ravvisarne un promettente ruolo potenziale. Considerata, inoltre, l'assenza di effetti collaterali di rilievo dell'omotaurina nella maggior parte dei soggetti, ritengo che la sua assunzione possa avere significato, almeno in via precauzionale e anche in ragione della mancanza di valide cure farmacologiche dell'Alzheimer.
La posologia dell'omotaurina utilizzata negli studi clinici sui malati di Alzheimer va da 50 a 150 milligrammi assunti due volte al giorno.

4. Curcuma

Tra le qualità di questa spezia antiossidante ci sono anche le sue proprietà neuroprotettrici, che rendono la curcuma (Curcuma longa) un rimedio naturale valido in prevenzione e promettente anche per migliorare il controllo dell'Alzheimer in atto.

Il dottor Luca Avoledo, biologo nutrizionista esperto di naturopatia, parla di benefici e modalità d'uso della curcuma in una puntata del programma "Il mio medico" su TV2000.

La curcumina, il principio attivo principale della curcuma, contrasta infatti l'aggregazione della proteina beta-amiloide, contiene la degenerazione neuronale e combatte l'infiammazione della microglia (quel complesso di cellule del sistema nervoso centrale deputato alla sua difesa immunitaria), ostacolando così un processo direttamente implicato nell'insorgenza della malattia di Alzheimer.
Consiglio di introdurre abitualmente la curcuma nella dieta, utilizzandola come spezia per insaporire i cibi, per diminuire il rischio di demenza.
5. Ginkgo

Anche il ginkgo (Ginkgo biloba) è un presidio naturale interessante per rallentare l'evoluzione dell'Alzheimer. Questo fitoterapico migliora la circolazione a livello cerebrale e sostiene la memoria.
Una metanalisi di studi clinici pubblicata nel marzo 2018 conferma i benefici della somministrazione di un estratto di Ginkgo biloba nei sintomi dell'Alzheimer e anche della demenza di tipo vascolare.
Inoltre, somministrato in affiancamento ai farmaci convenzionali per la malattia di Alzheimer, il ginkgo tende a rinforzare gli effetti delle cure tradizionali sulle performance cognitive.
I dosaggi di Ginkgo biloba utili nella demenza di Alzheimer sono piuttosto alti (secondo diversi studi, 240 milligrammi al giorno) e richiedono qualche attenzione in più rispetto agli altri rimedi naturali citati, in ragione delle maggiori interazioni farmacologiche e precauzioni all'uso di questa pianta.


Alzheimer e integratori: conclusioni

Voglio concludere questa carrellata sui rimedi per la malattia di Alzheimer - che certo non può, né vuole, vantare pretese di completezza - segnalando un trial clinico recentissimo, pubblicato sulla rivista scientifica Alzheimer's & Dementia: The Journal of the Alzheimer's Association, che ha preso in esame 2.200 adulti di età pari o superiore a 65 anni.
Lo cito perché, se ancora ce ne fosse bisogno, questa sperimentazione dimostra bene il ruolo dei presidi naturopatici a tutti coloro che credono che gli integratori non servano a niente, e spesso lo affermano con veemenza.
Ebbene, i ricercatori hanno concluso che assumere ogni giorno anche solo un semplice integratore multivitaminico-minerale può aiutare a proteggere il cervello dalla demenza. In particolare, hanno stimato che l'integrazione per tre anni potrebbe portare a un rallentamento del declino cognitivo di circa il 60%. Questi benefici sembrano ancora più pronunciati nelle persone con malattie cardiovascolari importanti, che sono a maggior rischio di declino cognitivo.
Nessuno vuole sostituire uno stile di vita sano e attivo e una dieta corretta e varia con un integratore (anzi). Ma rinunciare a queste opzioni aggiuntive equivale a chiudere gli occhi davanti alla scienza.

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Ti potrebbe anche interessare.

Integratore consigliato:

https://saluterimedinaturali1963.blogspot.com/search/label/Prodotto%20base%20Cili%20Design

vedi anche testimonianza:

Antonella Cotugno - Alzheimer galoppante della madre notevolmente migliorato.

https://youtu.be/_dVo8t137iI

 



 

 

venerdì 16 febbraio 2024

Spray Relief

 

 

Spray Relief

Antiinfiammatorio che aiuta ad alleviare gli stati dolorifici. 3 spruzzi sotto la lingua, da deglutire dopo circa 30 secondi, tre volte al giorno. Gusto mela verde.

CBD e CBG

Corydalis Yanhusuo

Metilsulfonilmetano (MSM)

Partenio

Corteccia di salice bianco

Curcumina

Estratto di Zenzero

Ashwaganda/Withania Somnifera

Eleutero

Filipendula Ulmaria

Guduchi

Erba di San Giovanni

Rodiola

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Post scriptum

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Tutti gli spray sono a base di olio di canapa ma hanno degli usi specifici grazie alle diverse piante che ne completano la formulazione. Si possono usare anche da soli, ma l'effetto migliore si ottiene associandoli al Cili base di cui ho detto sopra. In particolare abbiamo:

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 Serenity: contro l'ansia e il nervosismo, calma il sistema nervoso.

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Gli spray si assumono spruzzandoli sotto la lingua e trattenendoli in bocca per una trentina di secondi, dopodiché si possono deglutire. Salvo indicazione diversa, si assumono tre spruzzi tre volte al giorno. Si può aumentare la dose al bisogno (senza superare però i 20 spruzzi al giorno per quanto riguarda il Serenity).

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E' necessario prendere anche gli spray oltre al Cili base?

Ogni spray e quindi anche lo spray RELIEF , oltre all'olio

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domenica 14 gennaio 2024

TUTTO ARGOMENTI CILI

 

Come si presenta e come si assume
Il prodotto base, Cili Swish, è una bottiglia da 6 once (192 ml), sufficiente per un mese di assunzione, contenente l'integratore in base acquosa (tecnologia acquaceutica). Se ne assume un tappino al giorno, al mattino a digiuno, trattenendo il liquido in bocca per circa 60 secondi e poi deglutendo. In questo modo le mucose del cavo orale sono in grado di assorbire per bene i principi attivi. Tutto qui!
Il sapore è delicato e non crea nessun fastidio. In caso di necessità si può aumentare il numero dei tappini giornalieri, ma in generale un tappino è più che sufficiente.
E' consigliato bere dopo assunzione 2-4 bicchieri di acqua.
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 INDICE ARGOMENTI

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SPRAY CILI

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COME ACQUISTARE CILI SWISH DESIGN

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Prodotto base Cili Design

 

 

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L'integratore definitivo a base di olio di canapa (CBD/CBG) completato da vitamine e minerali che rendono superflua ogni altra integrazione. L'olio di canapa utilizzato è completamente privo della parte psicoattiva (THC).

La canapa è universalmente nota per le sue notevolissime proprietà terapeutiche e sicuramente fa parte anche di altri integratori. La caratteristica peculiare di questo prodotto tuttavia è di essere assorbito dalle cellule dell'organismo in modo rapidissimo e quasi al 100% grazie ad una innovativa nanotecnologia che rende le sue particelle di una dimensione inferiore a 10 nm (nanometri, ovvero un milionesimo di millimetro!).

In questo modo i principi attivi penetrano nella membrana cellulare portando un nutrimento profondo e un riequilibrio mai sperimentato in precedenza. Se una molecola è teoricamente molto positiva per il nostro organismo, pensiamo ad esempio alle vitamine o ai minerali, molto spesso però i risultati sono inferiori a quelli attesi perché i diversi elementi sono assorbiti solo in parte dall'organismo per i più svariati motivi.

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  grazie alle dimensioni microscopiche che il procedimento Cili consente di ottenere. Non soltanto il CBD/CBG arriva subito dove serve, ma anche gli altri componenti provenienti dalle erbe che lo accompagnano, tra cui l'MSM, essenziale per la vita e la salute di tutto il nostro organismo.

 Gli integratori tradizionali vengono per lo più assorbiti dall'apparato digerente e questo fa la grossissima differenza con questo prodotto, il cui effetto è rapido, duraturo .

Ingredienti principali:

 MSM (metilSulfonilMetano)

Boswellia serrata

Curcumina

Corydalis yanhusuo

Rizoma di sarsaparilla

Ashwagandha

Resveratrolo


Come si presenta e come si assume

Il prodotto base, Cili Swish, è una bottiglia da 6 once (192 ml), sufficiente per un mese di assunzione, contenente l'integratore in base acquosa (tecnologia acquaceutica). Se ne assume un tappino al giorno, al mattino a digiuno, trattenendo il liquido in bocca per circa 60 secondi e poi deglutendo. In questo modo le mucose del cavo orale sono in grado di assorbire per bene i principi attivi. Tutto qui!

Il sapore è delicato e non crea nessun fastidio. In caso di necessità si può aumentare il numero dei tappini giornalieri, ma in generale un tappino è più che sufficiente.

 Le numerosissime testimonianze, che crescono giorno dopo giorno, possono dare un'idea di tutto quello che questo integratore può fare per noi.

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